Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975

tratezza di forma più tardi biasimata, avevano però pari­ menti in sè il senso originario dell'unità soggetto-oggetto, dell'interezza dell'Io e del mondo, senso che ora in qual­ che modo, da qualche parte deve nuovamente imporsi (se una fissazione morbosa non si contenta di una sempli­ ce formazione sintomatica). Ciò che in esso fu proibito, rimosso, in quanto rimasto troppo soggettivo-infantile, troppo poco avviato verso l'oggetto da comprendervi, ciò viene in cambio integrato in un certo senso sovrasoggetti­ vamente nell'elaborazione dello spirito, in quanto, al di là delle più restrittive cure esistenziali, un interesse pas­ sionale si dirige su connessioni più ampie del pensiero, del formare, del fare. Dovunque vengano idealizzati ogget­ ti, vengano sublimate pulsioni, là qualcosa giace sotterra­ to, segregato come in una tomba, rimosso; ma vi è stato anche più che solo questo, e questo di più se ne distin­ gue poi in modo particolarmente contrastante, così fon­ damentalmente deterrenizzato come dalla tomba la resur­ rezione, che pure non vuole mai essere veramente una resurrezione di corpi. Così secondo la concezione di Freud, se la interpreto giustamente, le forze proibite e le forze di massimo valo­ re sono dipendenti le une dalle altre per necessità natura­ le, hanno in ultima analisi la stessa radice, sono vicine proprio nella loro differenza, e si portano reciprocamen­ te. Mentre sembrano divergere in inumano e in sovruma­ no, esse custodiscono segretamente, eternamente fluenti, principio e fine in un cerchio non spezzabile. Anche a ciò che sembra escluso da tale comunanza - questo, a cui nella vita sessuale spetta il ruolo di ceneren­ tola per così dire tra le sorelle più stimate che rappresen­ tano dignità e splendore della casa - anche a questo ca­ pita in certe circostanze la grande ora che lo rapisce in una dorata carrozza fatata, conducendolo nel regno anco­ ra più splendente, ancora più degno, in cui gli è riservata la corona. 94