Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975

te le sue intemperanze, delle due, la Femminista che fa le serate di autocoscienza, si vuole simile alle altre e, escludendo il maschio fallocrate, punta all'essere « tut­ te», è l'identità della buona, l'onesta verso gli altri in quanto onesta-verso-se-stessa. La Regina è cattiva, ingiu­ sta, intrigante. « Lettera d'amore o lettera di cospirazio­ ne, lettera delatrice o lettera d'istruzioni, lettera d'ingiun­ zione o lettera di disperazione: possiamo concluderne u­ na cosa soltanto, che la Regina non può portarla a cono­ scenza del suo signore e padrone» 9 ; viene il sospetto che la lettera se la sia scritta da sola tanto i connotati si addicono, dall'amore al ,l'ingiunzione, dalla delazione · alla disperazione, alla rinomata logica femminile. Ma il mes­ saggio non interessa a nessuno e in ogni caso averlo, tranne che per l'antiquata galanteria di Dupin, vale solo per il servizio che si può far pesare al Re. Solo attraverso il Ministro e col suo marchio essa può riavere la ,lettera. Ma allora il messaggio originale si è perduto perchè il Ministro che l'ha captato, a dispetto delle sue cattive intenzioni, non cessa di rappresentare la fedeltà alla Leg­ ge. Se l'uomo accedendo al linguaggio ottiene, col si , len­ zio sui rumori imbarazzanti della fase pre-edipica, il dirit­ to di essere sentito parlare, la donna invece, per il persistere in lei indeterminato degli echi di quella con­ giuntura, è sempre vista parlare. Nel suo rapporto al linguaggio la Regina non ha chi ,l'ascolti, ma solo chi l'osserva. L'ombra e il segreto, fossero pure quelli di un cassetto, non le sono concessi più che a Virginia Woolf di impedire che la porta della « stanza tutta sua», allo sconcerto delle femministe inglesi indicata come condizio­ ne per scrivere, fosse lambita dalle premure della piccola corte di cui si circondava. « La povera Virginia sta sem­ pre male». Che per non avere pene la donna si faccia fallo e co­ me oggetto di desiderio si eclissi nella fuga metonimica del simbolo non dice della femminilità più di quanto ri- 26

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