Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975

succede per caso e ci sorprende non poco che la Regina si lasci sorprendere con la lettera compromettente in ma­ no. Nè l'entrata del Re in quel preciso momento ci appa­ re accidentale. I requisiti dell'ombra e del segreto che a dire di Lacan sono propri della donna in quanto il «se­ gno» le è proprio ed essa ne è al , l'altezza per trovarsi originariamente «in posizione di significante, ovvero di feticcio» non avrebbero dovuto evitarle quella crudele sorpresa? Dicevamo all'inizio che a voler fronteggiare la donna come problema è alla rete del linguaggio che ci si trova . presi. Qui si verifica anche il contrario e cioè che la don­ na non rimane in soluzione nel significante che per quel tanto che la fa precipitare. A tutti, fuorchè alla Regina (e al Re che porta ottusamente il peso del più alto dei significanti), il possesso della lettera assicura un potere. In lei non rappresenta che un sintomo, un indizio, il fattore sorpresa, e un indubbio svantaggio. Perchè se dal basso in alto l'ascesa è garantita, per tutte le gradazioni dell'astuzia e della slealtà, non dai meriti attivi ma dalla iustitia passiva usurpata dietro la schiena del Dio di potenza - alienum est opus eius, ut operetur opus suum - lei non può che fingere una dignità pari a quella del Re o discendere al livello del Ministro, che vuol dire ser­ vo. Il significante che gioca gli altri conducendoli alla «frammentazione» della loro «infanzia lacerata» li dota anche di uno specchio che fino al limite della morte li illude di ricomporsi in unità nel tiro giocato al servo dal padrone lungo una fune che è quella della storia e della civiltà sia pure disagiata. Ma lei, la Regina, è lo specchio, e uno specchio di tipo particolare, che è guardato e guar­ da e mentre è guardato perde la lettera, mentre guarda produce il disagio detto della civiltà. Lo specchio è foto­ grafico, uno specchio da cui il rimirante, a differenza del bambino del Fort-Da non può sottrarsi con abile mossa di judo. A pensarci, la fotografia e il cinematografo sono 24

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