Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975

razione momentanea ma processo che sotto la copertura del linguaggio burocratico e di caserma, oltre i giochi dell'amore e della morte, riduce «al minimo di resisten­ za il limite naturale dell'uomo, riluttante ma elastico» e fa emergere l'«elemento femminile e infantile» 3 sogget­ to di rapporti completamente nuovi. Il capitale contiene e sviluppa ,la sua negazione e l'espropriazione degli espro­ priatori si fa a partire dal terreno economico ma fino a investire l'istanza della lettera nell'inconscio. Vacillazione del nome. L'etimologia ci insegna che per lo più i nomi propri derivano da nomi comuni e il parlante non ha che da nascondere il suo all'interfocuto­ re se non vuole che Pélagie diventi un pelago, Knodl dei Knodel, Brticke un ponte, Fleischl della carne; se non vuole che Freud diventi Freude e Popovic un «nome sospetto» 4 • Intuiamo così che la R maiuscola della Regi­ na è periclitante, come la sua maestà di riflesso, e che la minuscola non cessa di insidiarla. Nel Seminario di Lacan, accanto al nome quasi pro­ prio della Regina, compare quello di Irma, a proposito della immistione dei soggetti. E della Irma del «sogno campione» di Freud 5 si può dire quanto meno che non è una regina. Lui le preferisce -l'amica che «stima moltis­ simo», la scambia con la governante per i «denti finti» e con la moglie perchè gli appare «pallida e gonfia». La ritiene sprovveduta per,chè non accetta la sua soluzione, mentre l'altra «cederebbe prima». La fa curare con la dissenteria. La lettera rubata compie il suo percorso dalla Regina alla Regina ma strada facendo mette tutti i soggetti ma­ schili di fronte alla propria «imbecillità» - «imbecilli­ tà realista» del Re, congenita della polizia, troppo astuta del Ministro, «eroica» di Dupin, ingenua del narratore e di Poe - solo a lei che col ministro si illude di vedere coperto ciò che nasconde regala un doppio reale. Vale per tutti la dimostrazione lampante che l'inconscio è il 21

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