Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975
zioni, scompone i fogli del trattamento filmico, sovrappo ne sequenze, recita con enfasi addestrata catene di lieti fini, slarga la presa dell'occhio su piani lunghi e di colpo avvicina primi piani di teatrali frammenti, improv visa dissolvenze per metafore ossessive, e il rimosso riaffiora allusivo tra sequenza e sequenza, ma intanto il lettore si riposi tra paesaggi contestuali grondanti di letterarie connotazioni. Il critico-regista ricaccia l'ombra dell'autore nel ruolo della comparsa. Ma non sempre l'occhio del critico ha la partecipazio ne attiva e ricompositiva del regista. Consapevole che il suo ruolo, con la civiltà della tecnica, ha subito una « diversione», egli assume con garbo il nuovo ruolo, e se l'« aura» è caduta, egli la ricostruisce artificialmente (la merce ha pur sempre un aspetto fantasmagorico). L'oc chio del critico fa scorrere suHo schermo del testo se quenze di immagini: da regista a spettatore, egli è vinco lato agli stessi meccanismi di identificazione e proiezio ne. Ma l'interpretazione del simbolo che lo tratteneva pri ma, al momento della lettura, in una rete di interrogazio ni, ora è senza spessore: distesa e appiattita come lo scorrere filmico dell'immagine. Poichè l'occhio non è il senso idoneo all'interpretazione, ma la produzione abnor me di un senso altro, nel quale, per effetto della tecnolo gia della comunicazione, tutti i sensi sono ridotti, il suo interpretare ha qualcosa di mostruoso, mentre appare in sintonia col tempo e con le forme invalse della percezio ne del testo. Se Van Gogh si tagliò l'orecchio dopo aver minacciato con un rasoio l'amico Gauguin, il critico non ha i,l coraggio di recidersi l'occhio, l'organo in cui è alienata la sua capacità interpetativa, e ritrovare, come il pittore attraverso i colori, la comunicazione disalienata, attraverso una scrittura che svolga con rigore e passione la spirale ermeneutica della domanda-risposta. Quando il « saper vedere » è una condizione ermeneu tica, e non la pura capacità di guardarsi illudendosi di 188
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