Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975

assomma alla parassitaria rendita a ,lui derivata dal giuo­ co dei metodi, dagli schieramenti polemici, dal ruolo so­ ciale di critico. La sua storia conosce violazioni e succes­ si. H diritto d'autore da sempre egli lo ha violato in no­ me del diritto di criticare. E se non è pagato in monete sonanti, cosa che pure avviene attraverso il sistema di produzione dell'ideologia dominante, è pagato in consola­ zioni, fierezze, distrazioni. E' pagato in fatture di messag­ gi, in misture di codici, in vacanze sussiegose ne1le fore­ ste del metalinguaggio. Ma, poichè egli sa che il lavoro sul testo produce un altro testo, esegesi e scrittura rifluiscono sull'unica fun­ zione che il critico svolge: produzione di un rapporto so­ ciale entro i rapporti esistenti. E tale è la sua distanza dalla « vera » interpretazione, che egli, abbandonata la città perchè estraneo al potere dei politici e alla sofferen­ za degli schiavi, ha messo radici sicure in un'altra città, dove comanda e ubbidisce, produce e riproduce, s'aliena e si ritrova. Nella illusione che la parola trasformi il mondo. Egli ha rovesciato il percorso della scena d'origine: in principio erat verbum ha significato per lui, produttore di segni e guardiano di significati, che la parola è la fine. Traslazione di senso (oculus interpretans) L'esplorazione ha improvvisi agguati, radure riposan­ ti, trappole. L'avventura de1la critica giuoca tutte le fin- 187

RkJQdWJsaXNoZXIy