Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975
terlo scrivere che a partire dal rovescio accecato dipinto fr:a le righe. Lui, appena ha misurato l'oscillazione del legame che credeva un ormeggio, appena ha visto questo ventre co me una bocca, si è creduto perduto. La glottide deforma ta e buttata fuori, egli non si ricorda il momento in cui fu gettato nell'erba fredda e nei tragitti in corso. Così veniva questo dolore e la violenza è ora visibile. « Se stes si per essere bucato a mia volta?», e se non restasse che questo buco che gli buca lo sguardo. Allora, pervenuto al bordo della questione, bisogna che egli si volti, si rico struisca, si ricucia, cancelli le marche speculari del col po. - Marche anche di qualche progetto colpevole da tes sere altrimenti - Poiché, passato il primo terrOTe, non avrà tregua davanti alla beanza femminile terrosa come una fondazione, che erigendo la sua lingua sapiente in modo che questa piramide, nascondiglio dorato del suo feticcio, la ricopra. D'ora in avanti il morso si placa nell'isolamento del concetto. J.l prezzo di questo mettersi al coperto non è altro che il ricoprimento di f., la sua messa a morte. Gli effetti di questa minaccia vacillano nella mia lin gua ma non è la mia lingua: ciò che è desiderato subito le scappa. Indico con questo vacillamento ciò che dell'al fabeto mi tradisce e ri-appare, sconvolto, dall'altra parte della mia voce, come un nocciolo stagnante di sintomi. Il problema, è che ne avanza sempre. Nella bocca, sempre di troppo, gli orifizi ne sono pieni, la bocca, il sesso, gli occhi, il sesso... Se designo con questo vacillamento un momento importante del fondo di finzione oggettivo e se d'altra parte attribuisco a questo vacillare la voce della sessualità femminile è per il fatto che la castrazione, 155
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