Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975
nie ai prossimi compianti ecologici, lamentazioni liriche o prestazioni di connivenza scientifica, il problema resta: se una cosa per un'altra vuol dire, in definitiva, tutte per una, se cioè il soggetto è misura finale di ogni metafora, allora la sessualità è il riflesso del mondo delle corrispon denze metaforico-speculari nell'interminabile gioco ogget to-soggetto, e il linguaggio è la punta espressiva di que sta altercazione. Il labirinto L'orizzonte della metafora espressiva e soggettivizzan te è l'infinito. Infinito non come spazio logico ma come continuo senza puntuazione e senza tagli, infinita espan sione di una volontà di desiderio che va perduta nell'in condizionato della domanda. La domanda d'esame lascia muto il desiderio di dire la materia del mito, e disinveste la mitologia del deside rio. Disinveste cioè il tipo di linguaggio fantastico e metaforico con cui torna ossessivamente ,la volontà di incontro col padre e dove il desiderio è rifratto nella mitologia di narciso (desiderio della parola propria). Si sostituisce alla materia lo spazio e il tempo del mi to, coordinate intorno a cui l'edificio mitico si chiude a se stesso come un labirinto di percorsi ormai incompren sibili, la cosa vi si è persa. La ripetizione non è più possibile presa nel mito della propria verità, il labirinto parla di pura ripetizione meccanica, trasmissione di un percorso di sapere precostituito in cui l'incontro è muto, la parola è simile a un rumore. La mitologia del desiderio cade di fronte al labirinto, alla particolarità della domanda. Quello che passa di indeterminato e infinitizzante nel primo si arresta e falli sce nella coordinazione della seconda. La parola mitica gioca l'una contro l'altro: non è né linguaggio (dimensione della domanda) né Altro (dimen- 146
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