Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975

forcluso il mondo come reale, dialettica del politico, lot­ ta ed eteros. Il Romanzo Familiare Questo mito dell'uomo e del mondo è il romanzo del­ l'immaginario umanista o scientista. Porre la questione del linguaggio all'incrocio dei due assi principali intorno a cui si gioca la vita del soggetto, quello cioè dell'uscita dall'edipo, con relativa posizione del desiderio, e quello dell'accesso (effettuato e no) alla contraddizione materiale (nel reale solo attraverso l'as­ sunzione nel simbolico) da parte di un soggetto capace di trasformare l'orizzonte immaginario dell'io, porre tale questione, dunque, all'incontro del romanzo familiare con la rivoluzione, significa misurare per il soggetto la sua possibilità di passare dal linguaggio mitico familiare al linguaggio (che è solo quello dell'Altro) come dialetti­ ca di spazi contraddittori. Dai linguaggi mitici organizzati in sistema di discorso al linguaggio mitico familiare c'è un passo come c'è dal super-io al narcisismo primario; entrambi i due discorsi retti dall'effetto di eccesso di senso e di perdita di significante, entrambi nell'orizzonte mitico dell'io. Il linguaggio mitico familiare non è tanto un metalin­ guaggio che, con una metodologia propria, assumerebbe un soggetto vuoto, quanto piuttosto un soggetto che inten­ zionalmente opera sui linguaggi di cui dispone, per attra­ versarli e costruirli intorno a un sé instaurato nella posi­ zione di metasoggetto. Questo non comporta il costituirsi di un linguaggio mi­ tico supplementare da aggiungere a quelli esistenti ma piuttosto il punto di rottura di essi: la parola mitica attraversa i discorsi mitici presi nell'operazione come u­ na costellazione infuocata destinata a tracciare sull'oriz­ zonte la parola del soggetto. 139

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