Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975

sta per partire, che nell'originale alla richiesta del mae­ stro ' come sta ' rispondeva ' non si dia pensiero per la mia malattia, è passata senza gravi conseguenze ', ora deve dire ' purtroppo non sto meglio perché contro que­ sta malattia non si conosce rimedio '. Quando poi il ra­ gazzo si ammala durante il viaggio, gli studenti suoi com­ pagni ' non riescono ' a portarlo di là dal monte e ' poiché l'intera città è in attesa delle medicine ', devono abbando­ narlo. Il ragazzo dice di sì, e prega che lo lascino - dolce­ mente - rotolare a valle. Come il naufragio nella canzon­ cina della felicità, così pestilenze e malattie inguaribili si introducono a rendere naturale e lieta l'inevitabile accet­ tazione. L'altra facciata dell'opera mantiene invece i ca­ cartteri originali: si tratta ancora di una spedizione scien­ tifica, la urgenza è sottratta, la madre dice nuovamente ' non si dia pensiero per la mia malattia, è passata senza gravi conseguenze '; quando il ragazzo si ammala durante il viaggio non è l'impossibilità dei compagni a portarlo al di là dei monti o a rimane o a ritornare, a decidere la sua morte, ma di nuovo ' l'antica usanza ' che vuole così. Ma siamo questa volta nel Der Neinsager: ora, il ragazzo può dire di no ». (Virginia Pinzi Ghisi, « Teatralità come stra­ tegia», « Utopia», n. 9/10,1971, p. 52). La « linea di condotta » delle poetiche moderne è ri­ conducibile a unità: come l'armonia dell'assenso e del consenso passa attraverso le motivazioni sociali, la fun­ zione redentiva della peste, così la freddezza del no avan­ guardistico apparentemente ispirato all'antica usanza del­ la logica vive sulla introiezione della motivazione come passaggio interno. Il dire di sì e il dire di no si rimandano nel riflesso speculare. Sono i perché della parola vuota, la mamma che soffre, una città da salvare a fare da ponte immaginario tra l'antica usanza della lingua di cui è strut­ turato l'inconscio e la libertà del dialogo in cui l'Io può esprimersi.

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