Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975

invece alla sua base la pulsione dell'Io sgorgante dal san­ gue tinta di genuino erotismo. Tuttavia - così mi pare - già qui si dimostra come anche questo intreccio della massa pulsionale, questa riduzione dell'articolazione ulti­ ma, ha qualcosa in sè che non dovette semplicemente mo­ dificare la sessualità: qualcosa che anzi le consente il suo proprio compimento definitivo. Poichè non è che ,la sessualità rappresentasse nello stesso senso univoco un'a­ gressione pulsionale, come ad esempio la pulsione a divo­ rare con l'assunzione o la pulsione alla defecazione con l'espulsione ma queste e altre pulsioni si sono differenzia­ te da essa, si sono suddivise in prestazioni speciali, men­ tre essa imparava a servire alla concentrazione di tutte , le forze organiche al fine della loro riproduzione (in que­ sto del tutto simile alla sorte femminile stessa). Di conse­ guenza, ad ogni sua apparizione il sessuale si manifesta al di là della propria sfera specifica, come estensione all'intero organismo, come intervento positivo in esso (co­ me anche l'astinenza la quale - al contrario della fame che indebolisce o porta alla morte - agisce in senso positivo inebriando e avvelenando). E ulteriormente, il 'Sessuale per questa ragione cambia di colore in mo­ do tanto contraddittorio e difficiilmente intelligibile non solo tra le singole manifestazioni vitali ma anche psichiche, in quanto, non inserito in nulla di speciale ed essendo per natura invasione, esiste espressamente per capovolgere il mondo. Proprio per questo l'analisi dello psichico è tanto riuscita e plausibile là dove risale praticamente al sessuale, poichè questo, benchè sia pul­ sione fisica e affrontabile dal lato fisiologico, allo stesso tempo, accanto alla vita organica rende anzitutto incon­ fondibili i fatti psichici. Il problema che qui si pone (e che naturalmente non sarà sviscerato nel suo significato filosofico) è stato discusso da Freud (Contributi alla psicologia della vita amorosa (1910-17): 2. Sulla più comune degradazione del- 119