Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975

piuttosto costosi di moda allora venivano conservati do­ po che un vestito si era consumato). A me pare che que­ sta rappresentazione dei bottoni come pezzi preziosissimi debba essersi già fondata in me immediatamente prima su di una ancora più originaria per la quale essi rappre­ sentavano parti inalienabili, in un certo senso frammenti di mia madre stessa (del suo vestito, cioè, con i cui bottoni potevo giocherellare standole in grembo), o forse della balia (a me affezionata) al cui petto dietro ,l'abito aperto conobbi praticamente il primo rubino. Per lo meno ram­ mento che quando in seguito i tesori bottoni mi si combi­ narono con una fiaba che mi avevano raccontata, nella quale rappresentavano una faccenda più interna, trovai già in me questa nuova concezione come un possesso ac­ quisito. La favola parlava di qualcuno che, addentrandosi in una montagna incantata, deve farsi strada al suo interno attraverso tutti i regni delle pietre preziose (« zaffiri, rubini » eccetera) per giungere a una regina che deve es­ sere liberata da un incantesimo. Nè mi sorprese affatto quando nel mio primo viaggio all'estero, in Svizzera con i miei genitori, sentii chiamare una montagna « Jungfrau » (vergine). Da allora si consolidò in me l'immagine di una montagna vergine di altezza irraggiungibile, tutta ghiac­ ciata, che nella sua parte più interna custodisce innume­ revoli bottoni. Qualche tempo dopo una seconda impres­ sione di viaggio mi rievocò la prima: la discesa in una miniera presso Salisburgo con mio padre, durante la qua­ le, orrendamente schiacciata fra lui e i minatori, seduta a cavalcioni, mi trovai a dover scivolare giù velocemente nell'orrida profondità, verso il lago favolosamente illumi­ nato, dove giunsi piuttosto malconcia, strillando di pau­ ra. Che il sale rilucente alle pareti potesse essere solo un nome collettivo per pietre preziose di ogni genere pareva indubbio, e io credetti di rivederne il luccichio quando poco dopo sentii descrivere e vidi io stessa le ricche 109

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