Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975

Il tipo femmina * Ciò che qui mi propongo è solo una passeggiata nel pensiero: all'inizio lungo un cammino personale stretta­ mente delimitato, poi mirando in più ampio orizzonte, per giungere infine, sia pure solo qualche passo più in al­ to a una vista generale, obiettiva. Devo cominciare, del tutto personalmente, col dire che il mio primissimo ricordo riguarda dei bottoni. Sta­ vo seduta su un tappeto a fiori, davanti a me una casset­ ta marrone aperta, dove, quando ero stata molto buona o la mia vecchia governante non aveva tempo per me, po­ tevo rovistare tra bottoni di vetro, d'osso, variopinti, dal­ le forme fantastiche. La cassetta dei bottoni si chiamava 1a cassetta delle meraviglie 1 , dapprima in senso ingenuo, più tardi ironicamente; e all'inizio rappresentò davvero per me il miracoloso, poi - forse perchè mi insegnarono le parole relative - ammirai nei bottoni altrettanti zaffi­ ri, rubini, smeraldi, diamanti e altre pietre preziose, per cui la parola russa per « gioielli», « jemtschug », conser­ va per me ancora oggi un suono stranamente ricco di me­ morie. I gioielli bottoni restarono per ,lungo tempo la quintessenza di ciò che, considerato prezioso e perciò raccolto, non viene dato via (ed effettivamente i bottoni ,·, Apparso in «Imago», III-1-1914. 108

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