Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975
anale» va qui inteso ancora nel modo finora usato come designa zione di entrambi. 5 Non mi addentro qui in alcun modo sul significato che han no avuto per me le opere di Adler (quelle in campo non psicoanalitico) e di Jung, ma mi occupo solo del punto in cui si distinguono dal concetto freudiano di libido. Mi sembra che le concordanze si possano stabilire solo se si riconoscono nettamen te e senza confusione le discordanze. 6 Quasi si vorrebbe rispondere a Jung solo con Jung stesso: « Nostro scopo è solo ed esclusivamente la conoscenza scientifi ca... Se in questo dovessero andare in pezzi religione e morale tanto peggio per loro se non possiedono più stabilità... L'enorme bisogno della massa di essere guidata indurrà comunque molti ad abbandonare il punto di vista dello psicoanalista e a comi,ncia re con uno « sbaglio di scrittura». L'uno sbaglierà nello scrivere morale, l'altro nello scrivere « godere a fondo la vita». Entrambi si subordinano alla massa e obbediscono alle correnti che agita no la massa. La scienza sta al di sop:ra e prende la potenza delle sue armi a prestito dal Cristo come dall'Anticristo. La scienza è notoriamente non confessionale». (Randbemerkungen zu dem Bu ch von Wittels « Die sexuelle Not », « Jahrbuch », voi. 2, tomo 1, pp. 314-15-, 1910). ' A me sembra che sul modo di pensare di Jung sia stato d'infausta influenza il fatto che egli fin dal principio (già nei suoi primi lavori) tratta I'« Io» come « complesso tra comples si», - per così dire solo come il più autonomo, normalmente, tra questi intrecci pulsionali da lui denominati - anziché diffe renziarlo come principio formale dai rispettivi contenuti del complesso. Così gli si confonde la particolare interdipendenza tra contenuto pulsionale e posto dell'Io: e così pulsioni di « autocon servazione» possono sessualizzarsi e nuovamente desessualizzar si, sempre sullo stesso piano per così dire, e senza contrapposi zione, semplicemente coperte dal nome libido. ' Negazione che in ultima analisi si nasconde dietro conside razioni gnoseologiche della « relatività della verità», e richiaman dosi all'opera Als ob del kantiano Vaihinger equipara la natura di finzioni deliranti a quella delle costruzioni teoriche ausiliarie da lui discusse. Sebbene Vaihinger sembri aver accettato le argomentazioni di Adler, non si può tuttavia non vedere la diffe renza di principio tra lo schema provvisorio cosciente di espe dienti scientifici, che Vaihinger con particolare cura libera da o gni valutazione al di là di tali scopi, e l'enorme sopravvalutazio ne di arrangiamenti compiuti inconsciamente che soltanto in que sta sopravvalutazione e involontarietà hanno il loro senso esisten ziale. ' (FREUD, Tre saggi sulla teoria sessuale (1905) in « Opere di S. Freud», voi. 4 (Boringhieri, Torino 1970), p. 523 sg.).
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