Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975

malattia, « fuga nella malattia» ecc., e, già nelle Osserva­ zioni su un caso di nevrosi ossessiva (1909), la specifica­ zione: «Ma quello che è l'esito di una malattia, era nell'intenzione della stessa; il seguito apparente della malattia è in realtà la causa, il motivo dell'ammalarsi», ed altre affermazioni simili. Solo che, per lui, fu sempre un risultato di danni o inibizioni, interni o esterni già insorti, e non l'esperienza psichica in se stessa da defini­ re come ciò che elabora difetti fisici con profitto. Piutto­ sto questo nasce per lui dalla pienezza, dal sentimento di eccedenza, dalla promessa di onnipotenza - a cui ovvia­ mente seguì delusione, che rimanda nelle barriere reali, ma anche questo non necessariamente per timore d'infe­ riorità: ciò è dovuto anzitutto al confronto sociale. Perciò sta qui il punto in cui Freud e Adler devono essere distinti ancor più decisamente di Freud e Jung: in quanto in Freud lo psichico, concepito positivamente, non indiretta­ mente dedotto dal fisico e negativamente fondato, si riser­ va il suo proprio metodo, cioè permane nel diritto di la­ sciare dietro di sé al confine dell'indagine empiricamente possibile la restante oscura dei problemi residui, anziché consegnarla ,a una regione estranea, che esso non può ac­ cog , liere nella sua specificità, cioè non può chiarire ma so­ lo abolire. Questo è allo stesso tempo il punto in cui Freud si delimita nettamente ed esplicitamente il suo cam­ po di indagine sia in rapporto a ogni speculazione filosofi­ ca, sia anche a invasioni territoriali della biologia. Il confi­ ne fino al quale deve arrivare, che non deve valicare, ma che deve difendere, viene stabilito nel modo più inequivo­ cabile nel concetto di narcisismo tanto significativamen­ te posto in evidenza da Freud negli ultimi anni, concetto che, per quanto ne so, non è stato veramente posto in discussione né da Adler né da Jung. Se inizialmente il termine «narcisismo», che Freud adottò (riprendendolo da P. Nacke e Havelok Ellis) per autoerotismo, significa­ va soltanto una fase - in Freud approfondita e integrata 100

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