Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974

di un futile sforzo per durare accanto ad esse, nella fia­ ba della visione notturna diviene eccedenza di significa­ zione che deborda al di sopra delle cose nello sfolgorare istantaneo di significati nei quali esse restano egualmen­ te mute. Alla forma dell'aìlegoria racchiusa in una firma che è immagine delle cose si sostituisce la copia, il lavoro che lo studente è chiamato a fare nella biblioteca del­ l'archivista Lindhorst, lavoro di decifrazione di segni sprovvisti di senso che, sconvolti e guidati dalle appari­ zioni luminose, acquistano meravigliosamente il signifi­ cato stesso delle apparizioni, un racconto fantastico: lo studente « pensando a ciò che avrebbe detto l'archivista guardò il foglio ed ecco, meraviglia! la copia del miste­ rioso manoscritto era felicemente terminata e, guardan­ do attentamente i caratteri, gli sembrò di aver copiato il racconto di Serpentina». Al calligrafismo barocco formale di una natura lut­ tuosa, il romanticismo sembra portare uno sconfinamen­ to nel regno delle armonie, delle corrispondenze di cui un'infinita nostalgia darà all'uomo un'oscura nozione; in effetti quello che, come tristezza e malinconia, lascia la natura barocca con il suo lutto, diventa intuizione e no­ stalgia nel sovrasenso romantico. Tuttavia pur passando al di sotto o al di sopra delle cose si mantiene, nei due momenti, il loro silenzio, sia nel meno della firma che nel più della copia. Il che vuol dire che l'allegorico di­ viene puro ricorso a un oggetto morto, incapace da solo di irradiare un significato, che agisce invece preso nel movimento della sfilata di forme, le quali, allegoricamen­ te, si fanno scrittura e ideogramma delle cose, ma a la­ tere, nei limiti notturni dell'oscurità iri cui si con­ fondono. Su un fondo vano, forme, corpi e cose si muovono purché lo sguardo soggettivo della malinconia le attraver- 98

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