Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974
Una figura notturna: lutto e visione Per una fiaba dei tempi nuovi, il vaso d'oro Hoffmann lo scrive in dodici veglie, di notte sperimenta la resi stenza della pagina sulla superficie lucida del metallo: « come se perfidi spiriti mi presentassero - dice - un metallo lustro nel quale scorgevo il mio io, pallido per le notti vegliate e maliconico... » Una fiaba non è meno « vera » di un altro genere, ma in essa lo scarto con il verosimile è tale per cui quanto vuole farsi strada del vero se la fa indicandosi proprio attraverso la demarcazione dello straordinario; un certo crescendo allegorico del tessuto narrativo spo glia la comparsa delle cose della loro verità immediata mente data e lascia, nello sdoppiamento, emergere un secondo peso della parola: le cose si sottraggono al loro semplice essere per presentarsi come connessioni impos sibili, trame enigmatiche in cui la verità sembra affio rare per distacco, decalcomania. Lo strappo della cartina dalla superficie decorata la scia una sagoma vuota, una scoria. La notte tiene ogni possibile visione come un fondo nero da cui procedono grumi di luce; come nei quadri del seicento la composizione esce dall'oscurità con l'ab baglio di una luce che disegna le forme sul vuoto da cui sembrano provenire. 96
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