Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974
lavoro analitico richiede - data l'impossibilità dell'auto analisi - una situazione analitica e cioè la presenza di analista e analizzante secondo lo schema: in presenza di S-oggetto' S-oggetto" analizzante J, lavoro dell'inconscio E' questa situazione che solo ci sembra poter ridare al proletariato la parola sul suo posto, se, come ipotizzato, questo oggi non tiene discorso. In tal senso la scienza cui è delegato il compito di ritrovare il posto proletario-oggetto perduto è a nostro avviso non la critica dell'ideologia, ma la psicanalisi. Proponiamo perciò una seconda coupure epistemolo gica per cui il passaggio dall'ideologia alla scienza deve essere seguito dal passaggio dalla scienza alla verità, nel senso che il termine ha oggi nella teorizzazione psica nalitica freudiana e in particolare negli scritti di Jacques Lacan. E' cioè uscendo dal discorso scientifico-critico per entrare nel discorso analitico che il soggetto-classe, riconosciuto il suo sfruttamento e la sua conflittualità nel modo di produzione capitalistico, può, noi crediamo, finalmente interrogare quel silenzio su cui si fonda la sua parola di s-oggetto (minuscolo, che vale castrato nel Nome del Padre non�metaforicamente borghese), parlare al di fuori di tutte le identificazioni immaginarie che la borghesia - appunto padre del caso - gli ha imposto (e che nel migliore dei casi esso ha saputo criticare-sve lare ma non sostituire): parlare dal (o almeno del) suo posto. In termini leniniani: recuperare l'istinto di classe. b) Se è vero che appunto l'autoanalisi è impossi bile, tale recupero non può essere inteso in senso spon taneistico. Ma neppure è possibile portare alla classe « la coscienza» dall'esterno, giacché appunto non è la 59
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