Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974
con disciplina, in una parola ad esprimere una nuova egemonia, un nuovo principio di funzionamento della società» è quanto basta a provare che per il momento di tale esplosione appena si avvertono i sentori; se è vero, come sostiene Magri, che l'organizzazione della classe operaia ancora si fa attorno a un'egemonia vec chia, o - il che poi è lo stesso - borghese. Crediamo che questo secondo polo del discorso di Magri possa e debba essere assunto come ipotesi (pessimistica), per lo meno limitatamente al fatto che « le forme e i con tenuti più avanzati, più direttamente anticapitalistici delle lotte di fabbrica non si sono proiettati sull'insieme del corpo sociale»; s'intende: le forme e i contenuti ideologici più avanzati. Si tratterebbe perciò di porre al partito e agli intel lettuali {che vengono qui a trovarsi di fronte allo stesso lavoro politico - con le differenze che appariranno in 10 -, se per intellettuali si intendono gli operatori degli A.I.S. che hanno trovato modo nell'istituzione di situarsi in posizione proletaria e il partito lo si consi dera nel suo ruolo di Apparato Ideologico di classe - ed è questo, crediamo, il senso da dare alla nota for mula gramsciana per cui ogni membro del partito è un intellettuale -) di porre, diciamo, al partito e agli intel lettuali un primo compito specifico: nell'urgenza con giunturale di un'alleanza con i ceti medi dove è decisivo il fatto che la direzione ideologica sia della classe ope raia, si impone una rigorosa critica dell'ideologia cui deve radicalmente essere sottoposta l'intera ideologia della posizione proletaria oggi. E' questa la garanzia che la direzione assunta non si tramuti in soggezione per un errore di fandamento per cui la posizione da cui l'ege nwnia verrebbe esercitata sarebbe borghese. 7 Ma tale revisione critica della posizione ideo- logica proletaria pone due problemi. 56
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