Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974
di pos1z10ne. Se cioè questa debba essere intesa come democrazia progressiva, e sarebbe un cedimento, o se, secondo le parole di Togliatti nel memoriale di Yalta, essa debba coincidere con «la questione della possi bilità di conquistare posizioni di potere, da parte delle classi lavoratrid, nell'ambito di uno Stato che non ha cambiato la sua natura di Stato borghese e quindi se sia possibile la lotta per una progressiva trasformazione, dall'interno, di questa natura.» (Promemoria, in Sul movimento operaio internazionale, Roma 1972) . E la parola «natura» nella citazione di Togliatti deve bastare ad indicare il carattere qualitativo del salto rivoluzionario. Ci appare tatticamente insosteni bile la pretesa che il partito scopra continuamente il proprio progetto rivoluzionario in un momento così delicato di lotta ideologica, in un momento in cui la borghesia (a riprovare quanto diceva Althusser nel '70 e cioè che il parlamento e i partiti sono anch'essi A.I.S.) a suon di bombe, stragi, golpe falliti, scandali politici e vuoti di governo sembra perseguire una campagna ideologica generalizzata di svalutazione della politica, e dello stesso parlamentarismo che ne esprime il do minio, come «porcheria» collettiva, campagna che cerca il suo terreno ideale nella miseria ideologica piccolo borghese per seminarvi il fascismo. Non resta che ricordare - e appare evidente che è possibile farlo solo da uno spazio marginale come il nostro - che gli Editori Riuniti hanno pubblicato le opere complete di Machiavelli. Aspettiamo Von Klausewitz. 6 Anziché il problema del temuto oblio della lotta di classe da parte di chi antepone oggi la direzione al dominio, ci sembra che un'altra debba essere la preoccupazione centrale del movimento operaio. Abbia mo parlato di posto proletario e della necessità pri- 54
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