Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974
contrariamente alla diminuzione che succederà - mo strano come il disegno borghese sia radicalmente mu tato dal fascismo storico al tardo-capitalismo.) 3 Se tali ipotesi sono verificabili, è chiaro che il movimento operaio è oggi dinanzi a un importante momento di transizione caratterizzato dalla necessità dell'alleanza con la nuova piccola borghesia e dall'ur genza di tale alleanza. Urgenza che non scaturisce sol tanto dal lavoro sempre più abile della borghesia per attirare verso il proprio posto di classe le posizioni piccolo-borghesi, ma soprattutto dalla rapidità con cui procede la spossessione della stessa piccola borghesia e l'accentramento del possesso in mani borghesi. Si tratta cioè di attirare la posizione di classe piccolo borghese verso il posto proletario prima che la piccola borghesia venga completamente privata di ogni capacità funzionale o direttiva del processo di produzione, e perda così la specificità che la rende alleanza essenziale per il movimento operaio, senza per questo propria mente proletarizzarsi (il posto piccolo-borghese, perso ogni ruolo direttivo che lo rende rilevante per la stra tegia rivoluzionaria, resta posto specifico della sorve glianza e del lavoro non produttivo di plus-valore, senza confondersi con il posto proletario, sicché da tale perdita non si ricava il guadagno « oggettivo » di una estensione quantitativa del proletariato). Vale a dire che oggi più che mai appare che la classe operaia non potrà battere la bo _ rghesia senza aver con quistato al suo posto la posizione piccolo-borghese. Non potrà cioè assumere il dominio senza aver assunto prima la direzione di un blocco di alleanze che deve comprendere al primo posto la piccola borghesia. 4 Se ci serve la distinzione gramsciana tra dire- zione e dominio, l'uso astratto che ne rivendichiamo 51
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