Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974

gli atti del passato storico nomade come quelli del passato arcaico e che non sono altro che gli atti tracciati dalla pulsione. Fatto sta che questa circolarità plurale dello spazio vissuto, per la sua stessa molla erotica, esercita una tale pregnanza che le linee rette o poligo­ nali non sono mai abbandonate a se stesse in un inse­ guimento a-significante del loro tracciato; esse corrono sempre il rischio di essere sviate, deviate, circolarizzate. Lo stesso getto d'apparenza fallica dei minareti comporta delle rotture, dei vuoti, e perfino dei punti di sospen­ sione, delle rotondità a incastro, ecc. Questa connivenza della donna con il Dio-Uno che· sosterrebbe la fallicità monoteistica, potremmo ritro­ varla sotto forme più immaginifiche nei racconti delle Mille e una Notte che un montaggio cinematografico recente mette molto bene in evidenza. Ciò che appare, è che il fallo, gli uomini sono troppo stupidi per goderne o rendersi conto di ciò che significa, in questo sono rimasti bambini per un aspetto irriducibile della loro , persona, appunto quello che concerne il fallo. Le donne, in compenso, anche quando sono ancora delle ragazze molto giovani, giocano e godono del fallo senza che si possa d'altra parte dire che l'hanno o che lo detengono (in questo sarebbero donne falliche o fallicizzate) ma lo «tengono» e tengono duro, agendo come delle madri virtuaìi che giochino con il pene del loro ragaz:w (si sa per esempio che l'importanza straordinaria accordata dal mondo delle donne, cioè dalla «casa» al sesso dei figli scoppia fino al delirio nel momento della loro cir­ concisione verso i quattro anni). Come delle madri-vir­ tuali: voglio dire che prendono un piacere di madre che non partorisce ancora, che ravviva e celebra per così dire il piacere di un'Altra Madre, mentre non si riferi­ scono in alcun modo alla procreazione, nel rapporto ses­ suale. Cosicché dietro alla sopravvalutazione tanto evo­ cata del sesso maschile e la tirannia reale degli uomini 38