Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974
è possibile levare gli occhi ad ogni occasione; i muri, loro, sono quasi ciechi e le porte mute. Aggiungiamo questo invito del poeta mistico: «Trasforma l'intero tuo corpo in visione; la visione è la sola cosa in te che conta», «Divieni sguardo», senza dubbio per accorgerti che non c'è nient'altro da guardare che il nulla (lo spirito, il cielo...); sarebbe ad ogni modo una strana «morte» che è figurata qui: divenire spirito in quanto questo è lo spirito della madre, dunque di ciò che c'è di più cor poreo e matriciale. Sembra infatti che lo sguardo del l'Altro, sostenuto da questa architettura, sia lo sguardo della donna-madre, ch e fa da bordo alle case e alle strade, che traccia le scie permesse, giacché la donna madre è in quanto tale identificata al recinto, alla casa, a tutto ciò che è détour e ritiro dello spazio, essendo essa stessa distolta e ritirata dalla circolazione. Lo sguardo è costantemente invitato a fare il giro; il fatto è che non è atteso e sollecitato nel modo sem plice dello specchio e del rapporto duale. Al contrario, si potrebbe dire che uno sguardo è invitato a fare il giro di un altro sguardo ed entrambi sono frantumati e mol tiplicati da ve,l,i, serpentine, piani di rottura fitrtizi alla maniera dei piani di simmetria che solca:no gli arabeschi. Come se ne sa:pessimo già troppo sui rirschi dello sguardo come portatore di invidia-voglia (,envie) e di cattivo augurio, tutto è fa r tto per evitare ,la trappola dell'oscenità intrinseca dello sguardo; nulla che assomigli alla caittura de1lo sguardo verso il fantasma irresi,stibile della madre prostituta di cui altrove si è dilettato il cristianesimo. L'interdetta della rappresentazione del CO'I'pO fa sì che ogni « specchio» possibile, cioè ogni frontiera elabornta fra due spazi, ,serva a riportaI'e altrove, verso un'altra svolta, il compimento problematico dell'immagine. E se un airabesco fa la deliZJia dello sguardo, esso non gli lascia alcuna sperainza d 1 .aI'rivare a una qualsiasi iden tificazione proiettiva del corpo; esso offre i frammenti 34
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