Il piccolo Hans - anno I - n.3 - luglio-settembre 1974

verso il suo altro, verso un dentro/fuori topologico e non lineare. Se il sapere non è una riga tirata su qualche cosa esso è la frontiera che pone al soggetto il reale e che nel linguaggio punta la verità. Un tratto di verità spalanca il vuoto che il pene mantenuto ottura con il tratto di sapere. Il reale passa nella voce; la scrittura nella legge è il puro gioco combinatorio della differenza nella lettera cosicché tutto è già scritto, ma il soggetto ha un punto di libertà riguardo ad essa nella voce. La pulsione, il ritmo, la tonalità, attraversano la scrit­ tura e le danno un corpo, il soggetto parlando è il corpo che attraversa la legge scritta e prende la libertà con il desiderio di parlarla e cioè ancora di trasformarla. Una scrittura si appoggia su un'altra e cerca di graf­ fiare lo strato preesistente; se la scrittura prende tutta la sua forza dal luogo paterno essa si autorizza e ha ef­ ficacia di verdetto solo passando per il desiderio della donna. Il sapere sul godimento e sul corpo che essa ha, apparentemente senza saperlo, porta nel sapere maschile la marca di uno spostamento che attua la sua parola. A un sapere scientifico nel senso di meta-sapere che non uscirebbe dal dominio del discorso si oppone · un sapere nel desiderio che passa nel reale attraverso un altro sapere. Fuori dall'inanità narcisistica perversa, il sapere, il soggetto parlante si trova come sessuato, posto cioè nella differenza attraversato dalla lettera egli è il corpo che altera la scrittura. La lettura-riscrittura incomincia nel desiderio, movi­ mento della lettera e del corpo essa attraversa il sapere, passa nel femminile come rappresentazione della castra­ zione e irruzione del reale e oppone al soggetto del co- 61

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