Il piccolo Hans - anno I - n.3 - luglio-settembre 1974
due ipotesi (la donna ha un pene/non ha un pene) impe gna costantemente il soggetto in un'operazione sempre da protrarsi; di fronte alla riga (frammentata dal sotto riga) feticcio del sapere, egli è colui che ripete isterica mente 1a sconfessione reinvestendo sempre nuove energie per mantenersi nel punto cruciale dove ha eretto il mo numento sostitutivo senza, peraltro, poter liquidare l'altra ipotesi. Uno sguardo a cui non può sottrarsi, a cui di ri mando restituisce il cenno d'intesa, l'occhiolino sul sot tinteso fondamentale. Su questo terreno e su questo monumento il sogget to viene a sbattere immancabilmente in una zona ripe titiva di un sapere fuori dal reale, di un sapere del sa pere che, per non poter che continuare a cercare l'in contro con la verità, non trova che rigetti inconsci della sconfessione e della rimozione. L'aggressività che l'io riceve dal sotto-riga nel luogo del super-io incammina il soggetto verso quel percorso nel libro che, lasciandosi dietro reale e verità, fa cen tro nell'abisso vuoto di una pulsione di morte che stringe il soggetto in un movimento di autodistruzione. Il feticcio, investito di forti cariche libidinali, isti tuito paradossalmente in una rappresentazione del super io schiaccia il soggetto sempre più contro quella zona che Freud chiama « una sorta di cultura pura dell'istinto di morte». Una lettura a vite, senza fine, scorta il soggetto verso il suo destino, l'incontro impossibile con il reale diviene una impossibilità all'incontro, il sostituto è sempre lì prima di qualsiasi apertura nel sapere; negata la dia lettica e ridotta la lotta a un puro simulacro, il sogget to diventa il luogo ripetitivo di un'unica frase, quella del sapere e del sapere sulla morte. La filosofia, l'umanesimo letterario e culturale, le scienze umane, una certa ideologia scientista sembrano 59
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy