Il piccolo Hans - anno I - n.3 - luglio-settembre 1974

che situa il soggetto di fronte al libro in relazione al narcisismo, al super-io, al feticismo. Non si tratta tanto di riproporre la problematica del rapporto fra scrittura e realtà, « letteratura e vita», ma ciò che si fa strada è una costellazione del desiderio che impegna il soggetto con la scrittura secondo modalità ambivalenti, difficilmente separabili, incrociate fra di loro. Il discorso politico interviene qui in maniera radicaìe rifondendo con il materialismo il soggettivo e l'oggettivo e aprendo la strada non più a un discorso delle cono­ scenze ma a una pratica della trasformazione della realtà. Ma il problema della posizione del desiderio resta posto come momento fondamentale della messa in que­ stione del soggetto. Si schizza di qui la necessità di in­ dividuare la posizione dell'investimento del soggetto nel­ la sua pratica politica che slaccia la morsa dell'attivi­ smo e apre il terreno a un'analisi dell'investimento ri­ voluzionario. La teoria rivoluzionaria e la posizione della legge come accesso al desiderio confrontano il soggetto alla scrittura, il rapporto al libro resta un momento centrale della sua pratica politica, l'uno e l'altra trasformandosi a vicenda. Il rapporto alla scrittura è anche rapporto alla voce, l'una e l'altra trasformandosi a vicenda. Il nostro professionista intellettuale sottolinea nel li­ bro la riga, traccia una demarcazione foa l'io e il ça: la riga nella differenza della lettera sfugge alla vista, che cerca la determinazione, e si muove nello spazio energetico non fissato del processo primario, il sotto­ linea afferma il sapere del soggetto sul sesso, il senso, schiaccia la lettera la differenza nella coscienza effettiva del detto, l'io contempla se medesimo nell'atto di mar­ care la riga: sottoriga, lo spazio del super-io. 56

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