Il piccolo Hans - anno I - n.3 - luglio-settembre 1974

neato, un enorme corpo sintomo funzionante come un organo senza Altro. Un'enorme sottolineatura di libro in libro nasconde la riga e ricompone solo il corpo organico funzionante, indifferenziato, sull'organo maschile. Lo statuto dell'intellettuale si demarca a partire da questa linea che esso traccia fra la lettera e il corpo, fra il differente e l'indifferente, fra il sapere e il desiderio. Un giorno Barthes raccontava di aver visto, con sor­ presa, un uomo sottolineare a matita rossa, assolutamen­ te, tutte le righe. Il processo si compie, la lettera è let­ teralmente occultata e non resta che raccogliere la gri­ glia del discorso feticista che può farsi sul discorso, sulla parola, sulla lettera e, certo, sulla castrazione e sulla morte. La relazione che lega l'intellettuale al libro è una re­ lazione complessa che passa attraverso forti investimenti e grandi mobilitazioni di energia. Tale relazione è tanto più delicata in quanto non con­ cerne un oggetto di specializzazione qualunque ma si riferisce immediatamente alla relazione costitutiva del soggetto nel linguaggio . e cioè nell'Altro. Ripetutamente Freud insiste sull'importanza della vo­ ce e, in particolare, degli ammonimenti dei genitori per la formazione del super-io. Questi eredita la violenza dell'investimento narcisisti­ co primario di cui era oggetto il bambino reale, in quanto ideale dell'io esso introietta l'istanza paterna facendosi censore dell'io e portatore dei valori morali e culturali della civiltà. Il libro sta dalla parte del padre. Le scritture sono sacre perché contengono la parola del Padre. D'altra parte il padre è proprio colui che il piccolo feticista non lascia penetrare nel suo mondo del sapere come deten­ tore di un sapere prima di lui. Si schizza così un quadro ampio e inter-relazionale 55

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