Il piccolo Hans - anno I - n.3 - luglio-settembre 1974
scorso quando questo, osservandola apparire nel libro, può parlarla legando l'orrore e Ja morte a un metalin guaggio che si esaurisce come sapere sull'orrore e la morte. Ma « di che occhio la madre vede il suo bambino che la guarda?» Di che occhio la riga vede il suo lettore che la guarda? Il lettore che non ha voluto ammettere la propria co noscenza come erronea e che non ha accettato il posto di un sapere su ciò che non sapeva nell'altro, (il bam bino non riconosce al padre il posto antecedente al suo riguardo alla conoscenza dell'oggetto desiderato: la ma dre) questo lettore non riconosce il posto del proprio sapere e del proprio desiderio sulla catena simbolica nell'Altro, posposti e retrodatati al luogo del significante, ciò che Lacan chiama il punto di capitone. « Quest'occhio che non ha acconsentito a riconoscersi ingannato, si scopre e si lascia scoprire come inganna tore». L'occhio, posto ormai in posizione problematica, que st'occhio che ha visto e non ha visto è portatore di uno sguardo carico di insidia e di opacità mentre continua ad aprirsi sull'abisso che lo sguardo, cancellando, rinnova. Avvenire di un'illusione. Il non riconoscimento del sapere come illusorio corrisponde all'annullamento della struttura del desiderio come avente oggetto in una man canza (la madre sprovvista di pene). Il desiderio illu sorio, la struttura supplementare, vengono coperti con una fissità inquietante sull'oggetto conservato. La seduzione dello sguardo accattiva, in un'intesa mi nacciosa, l'oggetto del desiderio supposto avercelo, la complicità di esso, gratificato di un pene, non sfugge allo sguardo seduttore: la scrittura si riempie, arman dosi di un organo, diventa il corpo inscritto e sottoli- 54
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