Il piccolo Hans - anno I - n.3 - luglio-settembre 1974

neofascisti . Lo dichiara uno dei loro capi m un'inter­ vista nientemeno a Oggi. La rivista di Rizzali esprime il nuovo animo socialista del suo padrone, il suo occhio sinistro. Dove sono i miei occhi? Per ora siamo qui. Abbandonato Gentile, siamo tutti materialisti. Il rico­ noscimento guadagna il basso. Niente più aureola. Nien­ te più cappello. Attenzione alla testa. ,._ La fascia degli occhi è la nuova aureola. Dove sono i miei occhi? Quello che distingue oggi la rivoluzione proletaria da quella borghese si situa a questo livello. Anche i borghesi hanno tagliato, o meglio hanno fatto tagliare, delle teste. Le teste sono rotolate sul palco. Ma sappiamo che, tagliata, la testa di un re ha sorriso. Quello che rimane nascosto dalla ghigliottina è il tronco. La testa, rotolata sul palco, viene issata su una picca. E le donne applaudono. A questo punto torno indietro. La testa del martire su un piatto d'argento, la testa di Oloferne sollevata da una Giuditta trionfante, è la stessa testa che la donzella di Boccaccio coltiva con amorosa cura in un vaso di basilico. Il culto della testa da parte dall'hegeliano « feminino che incita e modera» è, per così dire, « significativo». E « comunque il significato di una cosa non è che un altro modo di esprimere la stessa cosa» dice Calvera. L'itinerario chapliniano da Charlot a Re Shadow passa per di qui, in quel film « di amore e di anarchia» che fu Luci della ribalta. Amore perché sembrava il trionfo del sentimento, anarchia perché sem­ brava il rimpianto dell'avventura e della libertà, perché oggetto, apparentemente, dell'individualismo rivoluziona­ rio di un artista che usa invece tutti i tasti di una ta­ stiera. Ma la corda del sentimento che vibra in Limelight è collocata su un palcoscenico dove si danza e non nel bordello della Wertmuller, dove la chitarra è suonata 29

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