Il piccolo Hans - anno I - n.3 - luglio-settembre 1974
pare una teoria del comunismo che non fosse quella tin teggiata di utopia dell'Ideologia tedesca con l'episodio del pescatore, pittore, scrittore, critico-critico. L'utopia è per Marx quello che la science fiction è per Freud, un mancare all'appuntamento col simbolico per essere al l'appuntamento col reale. Utopia e science fiction pon gono il reale possibile solo per evidenziarne l'impossibi lità, postulano la corrispondenza natura-cultura per far ne emergere la sfasatura. Reale è per Freud un fatto, il trauma sessuale infantile, ma questo fatto non produce effetti, è assolutamente inefficace, l'isterico non soffre per il trauma decisivo ma per il ricordo inconscio che si attiva in occasione di fatti secondari e insignificanti. « Tutte le scene successive in cui si formano i sintomi non sono quelle responsabili, mentre le esperienze attive non producono, inizialmente alcun effetto» (Etiologia dell'isteria, cit. p. 72). I sintomi possono derivare soltan to da ricordi inconsci, l'isterica soffre di reminiscenze, le « esperienze veramente attive» non producono di per sé alcun effetto. Anche se il fatto postulato da Freud non esiste e può ridursi a un gioco di fantasie e desideri inconsci, resta comunque che l'immaginario si frappone tra il simbolico e il reale per farne fallire la rispondenza. Ogni progetto di psicologia, comportamentismo o globa lizzazione formale, non può così che andare incontro al proprio fallimento. Per Marx il reale appare nel vuoto degli occhi di vetro dei negozi di Londra: reale non è la cosa, né il cartellino del prezzo appuntato sulla cosa stessa, ma la coincidenza allucinatoria del cartellino e della cosa riflessa sulla superficie trasparente del vetro: « Nelle vie più movimentate di Londra si susseguono dei magazzini, dietro i cui vuoti occhi di vetro fanno splen dida mostra di sé tutte le ricchezze del mondo, scialli indiani, rivoltelle americane, porcellane cinesi, corsetti parigini, pellicce russe e spezie tropicali, ma tutto questo ben di Dio porta scritto in fronte certi fatali biglietti 14
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