Il piccolo Hans - anno I - n.3 - luglio-settembre 1974
Letteratura di stato: la crisi dell'intellettuale si risolve, dicevamo prima, nel ritrovamento di una missione umani taria, che è obbedienza a un preciso capitolato d'appal to . Appunto il libro non è più di regime diretto e fascista, ma scritto in appalto da un operatore intellettuale che si crede libero e defensor libertatis. E la regola d'oro dell'appalto è la chiarezza: Basaglia lo leggono tutti, Elena Giannini Be/lotti tira 75.000 copie, « i bisogni sono chiaramente identificabili e la prassi anti-istituzionale è prassi che risponde ai bisogni » (« Aut-Aut », n. 139). La scrittura di stato è scrittura epistolare, istituisce delle corrispondenze scrittore-lettore. Essa si risolve sem pre in un messaggio personale, in una lettera fanfaniana vergata a mano che coltiva nel destinatario l'illusione d'essere chiamato in causa personalmente. Il ricordo, il « nostos » diventa disaggregazione della massa. Il « tu '> implicito nel tono da bigliettino passato a scuola sotto il banco chiede una risposta che non sia, come deve, che l'inversione del messaggio: «Io». La massa disaggregata viene riterritorializzata nel con tratto della comune misura del linguaggio, un controllo che si vuole sociale, ma fonda la sua socialità sulla se gregazione del politico. Il linguaggio comune misura, come garanzia della pre tesa socialità, diventa espressione mitica dell'oggetto mi tico (in campagna si sa come si parla, pane al pane vino al vino, parla come mangi), per definizione intoccabile. Così se il mito politico della retroguardia è l'antifa scismo espresso con chiareza, la sinistra italiana diventa una sagra permanente, un Festival dell'Unità esteso a tutto il territorio rovinato perché vi troneggia il Funerale di Togliatti di Guttuso e vi è riunita una mostra d'arte grazie alla scelta accorta di Mario De Micheli.
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