Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974
occidentale, nei suoi miti, le sue religioni, la sua lette ratura, la sua arte... « Uno spirito di rigore e che, per pensare, si mette sul piano sopraelevato della natura, sente il Padre come un nemico. Il mito di Tantalo, quello di Megera, quello d'Atreo contengono in termini fan tastici questo segreto, questa specie di verità inuma na (...). La nuova gioventù è anti-capitalista-borghese e come lo stesso K. Marx essa ha sentito lo squilibrio dei tempi in cui ascende la personalità mostruosa dei Padri basata sulla terra e sul denaro». La rivolta di Artaud contro lo spazio familiale procede, in parte, dal medesimo gesto che gli faceva rifiutare una lingua ostacolante il passaggio, il movimento, il flusso; « ci vuole la corrente, il delabirintato» rivendica Artaud. Il padre, la madre, il figlio, la parola (mot), è quanto blocca, gela, indurisce, fissa, assegna un posto, preci pita in insiemi pieni, omogenei, separati. E' la gogna. La persona parentale, globalità donde egli sarebbe usci to, ecco ciò che Artaud non può sopportare; « il totale è della cacca»; « io, mr. Antonin Artaud, nato il 4 set tembre 1896 a Marsiglia, rue du Jardin-des-Plantes, 4, da un utero in cui non avevo niente a che fare, e con cui non ebbi mai a che fare neanche prima, perché non è un modo di nascere, questo di essere copulato e ma sturbato nove mesi dalla membrana, la membrana spa lancata che divora senza denti come dicono le Upani shad, e io so che ero nato diversamente, dalle mie ope re e non da una madre, ma la MADRE ha voluto pren dermi e voi ne vedete il risultato nella mia vita». La « lingua razionale» occidentale, la madre, le figure pa rentali, che hanno il loro archetipo nella trinità reli giosa cristiana, è ciò di cui, per Artaud, bisogna sba razzarsi, un cascame, una merda di cui evacuare. « Non sono nato che dal mio dolore (...). E questo dolore c'è da credere che l'utero lo abbia trovato buono, or sono quarantanove anni, ormai, poiché esso ha voluto pren- 96
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