Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974
La politica culturale del P.C.I. resta fedele alla teo:ria gramsciana dell'organicismo dell'intellettuale e offre . anzi una nuova versione democraticistica sanzionata dal la recente Conferenza dei Partiti Comunisti occidentali e dal lungo dibattito sui problemi della direzione cul.turale condotto sulle pagine di « Rinascita » del dicem bre '73 fino ad ora: tutto si può dire purché sia rispet toso dell'altrui opinione e naturalmente contribuisca alla scienza. E' questa la neutralizzazione della lotta ideo logica. Tutto si può dire purché sia chiaro (chiarezza nella battaglia delle idee!): legare l'intellettuale al fan tasma borghese che si aggira nella pretesa « coscienza reale » della classe significa abolire le contraddizioni nel,l'ideologia e lasciare la massa sprovvista di avanguardia :rivoluzionaria. 3) la necessità di un'alleanza parlamentare con le pun le riformistiche avanzate della D.C. Tale pretesa neces sità (la parola d'ordine: non isoliamo la sinistra D.C.) rivela l'accettazione di una logica parlamentaristica che pone alla lotta rivoluzionaria i limiti dello stato (l'acquie scenza al progetto di finanziamento pubblico dei partiti). Purtroppo anche la politica divorzista del P.C.l. si iscrive nel disegno ideale di « una serena convivenza so· Ciale »: la legge Fortuna abolirebbe le classi anticipando la fine della preistoria. La difesa della famiglia è difesa di una forma di riproduzione sociale e ideologica del sistema. Nella lotta contro il nucleo paracattolico, lai cizzato, dell'ideologia dominante, contro l'acquiescenza ideologica, la lotta contro Confucio è la nostra lotta.
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