Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974
zava tra le vesti di Luisa, Luisa sorrideva. Il cane, ai suoi piedi, drizzò un'orecchia. Jaen si voltò « E allora? perché non mi chiedi se sono tornato», sollevò le braccia spalancò gli occhi sol levò ciocche di capelli bruni, gli occhi vibrarono, spa vento, terrore, nelle piccole luci bianche dell'iride. Luisa lo guardò, con gli occhi sottili e il sorriso gen tile. La bocca, appena tirata agli angoli, fece per aprirsi Jean si voltò « E allora, non dici» gli occhi dilatati, sbarrati lampeggiarono beffardi, Jean si voltò e guardò, e impugnò la pistola, e sparò tre colpi, precisi, il cane si rovesciò, il gallo arruffò le piume pennate, un occhio si aprì, rotondo e intenso, sulla fronte pallida della donna. Jean si voltò, allungò una mano, prese il piatto d'ar gento e se lo mise in tasca. Un volgare assassinio, scris sero i giornali. CAPITOLO VI « LES DEMOISELLES DE VILLAGE FAISANT L'AUMONE A UNE GARDEUSE DE VACHES DANS UN VALLON D'ORNANS » C'era una volta una canzoncina che diceva così: ...il villano che zappa la terra, volta la carta e si vede la guerra, la guerra che uccide i cattivi, volta la carta e si vedono i rivi, i rivi che attraversano i prati, volta la carta e si vede i soldati, i soldati che vanno alla guerra, volta la carta e si vede la serra, la serra dove crescono i fiori, volta la carta e si vede i dolori, i dolori che tra passano il cuore, volta la carta e si vede l'amore, l'amore che ha la forza di un fiume, volta la carta e si vede le 64
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