Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974

Bisogna vedere se fai più male a me o a te, povero amico Il ristorante è stretto e lungo, bar, pasticceria, ban­ coni, al primo piano. Siamo a tavola in tre, un uomo alto magro col viso rettangolare e i capelli chiari - uno straniero forse. Ci raggiunge ogni volta a colazione, a pranzo, a cena. Aspettatemi dice con un sorriso breve. Seduto davanti a me liscia i fogli di un suo libro un libro che sta scrivendo. Mi ha detto che scrive un libro. Ci offre colazione, pranzo e cena, aspettatemi dice, e si siede davanti a me a tavola. Non so come mi s'insinua d'un tratto il sospetto, la sensazione che voglia uccidermi. Chi è? che cosa vuole? perché ci offre pran­ zi? perché mi guarda? Mi guarda anche mentre penso questo e sorride un po' di più. Mi alzo, decido di non mangiare. « Aspettatemi stasera, dice, sarò con voi ». Poco prima delle sette. Lo aspettiamo in piedi, al bar. Vedo la lunga fila di banconi, le lunghe stanze di tavoli scuri. « Senti, dico, mangiamo». Vorrei, dico, non aspettarlo. Mi sporgo a cercare un menù, sento che non devo aspettarlo. Arriva: come, stavate per incominciare, aspet­ tate, ordino io. Mi alzo di scatto, io non mangio dico. Mi guarda e sorride un po' di più mentre io penso che forse vuole avvelenarmi e bisogna bisogna che io non mangi più con lui. Sorride e non insiste, ma sembra che insista, terribilmente. Ha con sé il libro. Non ho più dubbi. Gli incidenti si accumulano, mi sento in trappola, so che troverà modo. Scosto il panino che mi ero ordinata. Non mangerò, devo trovare modo di fuggire, fuggire. Mi alzo, seguo i banconi, per il lungo, è sera, la cas- 57

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