Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974

Tua - sono stata da sempre! Se sei stata da sempre, siilo ora! Tua sarò io in eterno. Quel che tu sarai, siilo a me oggi! Mi ami per la mia intelligenza? Oh, ora capisco, quel che tu volevi era il triangolo! Che oscenità. Ma allora mi ami per la mia intelligenza? Oh, Jean, dove credi di andare. Pensi di uscire da una rete, ma non credi di trovarne un'altra? E' sera. Abbiamo sem­ pre così piacere di vederti, tu sai che ci fai sempre piacere, sai che puoi venire quando vuoi, proprio ieri sera dicevamo, oh, se ci fosse qui Jean! Ma penso che li avresti gelati. Sì, gelati, non sai che tipi sono, oh, Jean che piacere vederti. Ma tu sai che è tardi, Jean Jean non mi toccare tu sai che è tardi mi sveglio stan­ chissima tutti dobbiamo lavorare oh, Jean Jean si sta bene insieme non è vero oh Jean Jean, vedi la mia ango­ scia! Eterna io fui eterna sono, eterna in dolce gioia bramosa, - ma eterna per la tua salute! - Tesoro del mondo! Vita della terra! Eroe ridente! Lascia, ah! lascia! Risparmiami! Non mi ti far vicino con vicinanza che infuria! Non mi costringere con la stretta che spez­ za, non stritolare a te stesso la tua cara! - Vedesti la tua immagine nel limpido ruscello? Ne hai mai gioioso gioito? Ma se a ondate tu n'agitassi l'acqua; si dissi­ perebbe il chiaro specchio del ruscello: né più la tua immagine vedresti, solo dell'onda il vacillante flutto! - Dunque non mi toccare, non mi turbare! In eterno nitore beato allora riderai da me specchiato a te stesso, lieto e sereno, tu Eroe! Le mani si artigliano intorno alla testa, le dita tra i capelli, gli occhi sbarrati nel riflesso del vetro, lo farò. Gli occhi sottili, la fossetta nel mento, asimmetrica, le sopracciglia tese, i capelli raccolti sullo sfondo di broccato, e come? 55

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