Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974

scuri, due mani cristiane e disperate di quadri di mar­ tiri, una bocca semiaperta in un urlo di spavento e stu­ pore, tra il piccolo pizzo del mento e i baffi appena spioventi cancellati dalla luce del naso, e sopra, sopra due occhi, contornati di bianco, sotto due sopracciglia segnate, due occhi spalancati quasi rotondi e quasi ovali, con le pupille dilatate e due brevi pennellate di bianco che le svuotano, senza terrore e senza stupore, con le mani dolcemente posate tra i capelli, lunghi e bruni, e la bocca quasi ridente, il collo teso e lo sguardo mali­ gno che lampeggia tra le maniche bianche sollevate intorno al capo. Tu m'ami per la mia intelligenza? E' sera. Il drappo di broccato si raccoglie intorno alla sedia con lo schienale alto, di vimini, di paglia di Vienna. Un geranio campanula sullo sfondo, il colletto appena ricamato, senza colore, una mano che trattiene l'altra mano, lo sguardo obliquo il naso chiaro i lobi allungati la bocca tesa in un sorriso sottile. Così pensi di andartene? E come? Le mani si artigliano intorno alla testa, le dita tra i capelli, gli occhi sbarrati, lo farò. Gli occhi sottili, la fossetta nel mento, asimmetrica, le sopracciglia tese, i capelli raccolti, e come? Gli occhi maligni e beffardi, le mani molli a solle­ vare ciocche di capelli, la bocca socchiusa, non lo saprai. Il sorriso sottile, gentile, le spalle appena curve, il collo rigido, l'occhio allungato, me lo dirai, tu che ne pensi? Non t'amo. Non so. O gioioso fanciullo! Te stesso io sarò, se amerai me beata. Quel che non sai, saprò per te; ma sapiente io sono solo - perché t'amo! - Io t'ho amato sempre; perché a me sola il pensiero di Wotan appariva. Veglia, o vergine! E ridi e vivi, gioia dolcissima! Sii mia! Sii mia! Sii mia! 54

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