Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974

formavano ovunque egli posasse le mani, sul panciotto scuro, sulla falda del cappello, sulla cravatta nuova allacciata in alto, sotto la gola. E, arrivando alla cra­ vatta, le dita sbavarono una striscia di sangue sul mento da poco rasato; la lingua con un singulto fuoruscì tra i denti e si tese nello sforzo, gli occhi sbarrati parvero schizzare dall'orbita. Un attimo di tregua parve coglierlo prima della fine, e di nuovo in quell'attimo le sue mani si tesero all'abito bianco, con la sua fontanella di sangue, e lo sguardo cercò quello della figlia che si era fermata, immobile, ancora stupita piena di un rimprovero addo­ lorato. Con le mani inguantate di bianco, ella scostò le mani brancicanti del padre, ella la pura, l'incontaminata, la sempre eletta, la diletta, la sempre viva, piegò la testa sulla spalla sinistra e lo sguardo le si spalancò mentre il padre si tendeva torcendosi, verso di lei, colpito dalla sorte a metà della gradinata. Sullo sfondo non c'era nulla, appena un soffio di nuvola , una sfumatura più chiara del cielo, verso sinistra. « Viva la sposa!» gridò una voce da più parti, e una manciata di riso cadde sul gradino insanguinato. Jose­ phine volse intorno lo sguardo: era il deserto. Solo un gruppo di frati apparve sull'alto della scalinata e si fer­ mò esitante e costernato, le braccia nelle ampie mani­ che si sollevavano al cielo e le falde dei mantelli svo­ lazzavano al vento. « Ti fermi a cena Jean? Tu sai che per te c'è sem­ pre posto», disse Luisa dal salotto, « sai che se ti fermi ci fai sempre piacere. Guido, di' a Jean se vuole fer­ marsi». 50

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