Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974

Jean si scostò brevemente. I due corpi attorcigliati continuavano a strisciare sul pavimento della terrazza, le mani di Giovanni si stringevano: « Dì se non me la pagherai». Una scarpa volò nella striscia di giardino sottostante e andò a cadere vicino al reticolato. Il sole era quasi tramontato. « Questa è l'ora più bella» disse Luisa dal salotto, « l'ora delle ombre lunghe». Jean si passò la mano sulla fronte, rivide lo sguardo, il sorriso rapido che aveva incontrato il mattino, la mano nel panciotto, la :fierezza ingenua dell'uomo che aveva pensato che lui stesse am­ mirando sua :figlia. « Ho portato del vino dall'Elba», disse Guiào acco­ standosi alla vetrata, « vieni a sentirlo. Questo, disse prendendo in mano la :fiaschetta dorata, questo l'ha piantato Napoleone. Quando l'hanno mandato all'Elba, tac tac si è messo a organizzare tutto, qui i :filari, là le coltivazioni, s'è fatto perfino un timbro, disse Guido ridendo. Un timbro, era un tipo così, e se lui non avesse piantato quelle viti, noi stasera non avremmo il vino». I ragazzini passavano sul pavimento della terrazza strisciando e strangolandosi. « Monsieur Jean», ripe­ teva una voce dietro di lui. Jean chiuse gli occhi. La sua mano inguantata si alzò, rimase un attimo sospesa, poi si abbassò con decisione. Una rosa rossa di sangue apparve sull'abito bianco della sposa che si fermò stupita, come addolorata, il naso sottile e diritto tra l'arco sollevato delle sopracci­ glie. Si fermò anche il padre, colpito a morte. Mentre il sangue sgorgava dall'abito bianco le sue mani bran­ colarono nel buio crescente e incontrarono la fontana di sangue. Con sdegno e orrore si ritrassero e tutto il corpo ebbe un sobbalzo. Coaguli e strisci di sangue si 49

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