Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974

vestito scuro, la cravatta allacciata in alto, le basette un po' folte, il naso appena aquilino, le guance scavate. Il cappello gli ombreggiava la fronte e la mano destra era entrata ad appoggiarsi nell'apertura della giacca, mentre il braccio sinistro che la sposa aveva lasciato libero pendeva diritto accanto al corpo. Sullo sfondo non c'era nulla, appena una nuvola un po' più chiara, verso sinistra. « Ebbene, come è andata Jean?» chiese Guido quella sera entrando nel salotto di Luisa, « A quando la rivo­ luzione?». Jean si alzò senza rispondere. Con le mam m tasca raggiunse la terrazza oltre la vetrata, attraversò i due metri di piastrelle verdi e si appoggiò alla ringhiera. Era quasi sera, l'aria era violetta come la terra smossa dalla scavatrice. « Hai visto i lavori che stiamo facendo? Guido fagli vedere i lavori», disse Luisa dal salotto. Jean non ascoltava. Dall'angolo della terrazza che girava tutt'intorno alla casa spuntarono strisciando Giovanni e Pietro. « Me la pagherai», disse Giovanni stringendo le mani intorno al collo del fratello, « guarda che me la paghe­ rai». Pietro riuscì a liberare una gamba e ficcò un ginocchio nello stomaco dell'avversario, Giovanni si ri­ piegò su di sé mugolando, per un attimo le sue mani lasciarono la presa. C'era un grande silenzio. « Sì, c'è sempre tanta pace, qui» disse Luisa dal salotto, « credetemi a vivere in città sempre io non ci riuscirei più». 48

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