Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974
caos del traffico. Militare, avevo sottratto una camicia alla confisca degli abiti borghesi e la indossavo di notte prima di dormire. Questa infrazione apparentemente minima non sfuggì alla sagacia di un caporale di gior nata e mi costò una punizione non immeritata. Da pic colo, grembiulini e banane in testa mi meritarono il nomignolo di Giorgina da parte degli operai di mio padre, dolce ludibrio, odio di una madre votata all'odio, la biografia, come ripeteva Pedini agli inizi di « Uto pia», sporca il sapere. Devo scrivere un saggio sul rap porto tra autobiografia e discorso, come diceva il mae stro coprendosi le macchie sui pantaloni. Alcune note di pianoforte. L'insegnante che tiene la sua ora di lezione si corrompe, enchanteur pourrissant, perché il silenzio della classe gli rimanda l'eco della castrazione nella sua parola. Il silenzio della classe, doppiando il silenzio ministeriale sulle classi, sbarra la comunicazione. L'in segnante non può fare della sua parola un segno. E' un in-segnante, che non segna, non insegna. Professore di una fede arcaica nell'identità della merda e dell'oro. Al tout dire di Sade che occlude i pori del discorso e permette all'allieva della scuola di libertinaggio di mettere subito in pratica gli insegnamenti ricevuti, gri da comprese, non può che rispondere oggi il non dire niente di una certa scrittura femminile che parla sus siegosamente dal luogo dove non è, tocca i campi del sapere solo per mancarli, e intanto apre con la massa degli utenti l'orecchio sensibile al falsetto del falso bigliettario che traffica con la macchinetta imprestata. Sergio Pinzi
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