Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974

Je te pry, donne moi la mort Que j'ay tant de fois desirée! Luy, ne la refusant en rien, Tire son..., vous m'entendez bien, Et dedans le ventre la frappe. Elle, voulant finir ses jours Luy dit: mon coeur pousse toujours, De crainte que je n'en reschappe. Régnier, las de la secourir, Craignant une seconde plainte, Lui dit: Hastez-vous de mourir, Car mon poignard n'a plus de pointe». Alla donna morta di Engels si oppone qui la donna che non si decide a morire e il suo supplizio è reso im­ possibile dalla castrazione dell'amante. Ma mentre la castrazione davanti alla donna morta erige la potenza del significante fallico che si prolunga lungo la catena simbolica del discorso saturato, la castraz10ne erotiz­ zata dall'eterno feminino tocca quell'appendice del cor­ po, il piccolo oggetto che come « indice alzato verso una assenza» (Lacan, Ecrits, Paris 1966, p. 682), non fa man­ care una causa e un oggetto al desiderio. Nella sua du­ plice significazione l'oggetto a suona sul corpo al quale sempre si fa torto il campanello della storia. La jouis­ sance femminile scioglie l'enigma del modo di produ zione. La rivoluzione è impossibile, la rivoluzione è ine­ vitabile. L'oggetto del desiderio è irrimediabilmente per­ duto e cade fuori della storia come resto della circo­ lazione equivalente della moneta e delle merci. Il bilan­ cio è sempre in pari (impari) ma c'è sempre una perdita, - un piccolo resto che come nelle Scritture diventa un popolo. « C'est bien pourquoi réflechi dans le miroir, il ne donne pas seulement a 1 l'étalon de l'échange, la monnaie par où le désir de l'autre entre dans le circuit des transitivisme du Moi Idéal. Il est restitué au champ de l'Autre en fonction d'exposant du désir dans l'Autre» 29

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