Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974

l'esperienza è meno spiacevole della mutilazione irre­ parabile del soggetto in coppia), ma quando compaiono sul membrum comunicano un senso di incontrollabile trionfo: « Nelle ultime settimane m'era proprio impos­ sibile di scrivere più di due ore (il silenzio femminile incide l'eloquenza rivoluzionaria). Oltre alle molestie from without, le miserie domestiche, che sempre mi fanno male al fegato (l'inner man e l'outer man della lettera del 4 dicembre 1863: come il conte di Gernande della Justine sadiana, Marx tratta il suo inner man a « Porto, Bordeaux e grandi montagne di carne», ma so­ prattutto a sofferenze inflitte alla moglie riluttantemente consenziente, le succhia il sangue, « dal davanti il cra­ pulone, ma dietro, sulla gobba, l' outer man, il dannato favo», senonché è la stessa dieta carnivora che alimenta entrambi i favi). Sono diventato di nuovo sofferente d'insonnia ed ho avuto il piacere di veder spuntare due piccoli favi in vicinanza del membrum. Fortunatamente sono sfioriti (fortunatamente, altrimenti avremmo avuto soltanto il Capitale di Jenny Marx). La mia malattia viene sempre dalla testa ( voilà, come direbbe Sollers, il dop­ pio favo come la critica dell'economia politica, il non­ detto come lo scritto) » (19 ottobre 1867). Una dialettica materialistica non può ignorare la dialettica dei favi di Marx e il fatto che Jenny (e Marina, l'irriminescente) sanno del marxismo qualcosa che Mary non poteva sapere (e il marxismo senza ombra femminile, il marxi­ smo del patetico della donna morta). Eccitato dai favi sul membrum, Marx trascrive all'amico tre belle poesie di un satirico francese del XVI secolo, Mathurin Régnier (bel nome, maturità e principato, per una satira). La terza si intitola Lisette tuée par Regnier e merita una citazione integrale (fuori dal rimando al libro per il « sujet supposé savoir»): 28 « Lisette, à qui l'on faisait tort, Vint à Régnier tout explorée,

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