Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974
col fardello della « donna morta»: patetismo (amici zia, sacrificio) - scientismo (détour per le scienze della natura) - arte della guerra (la lotta di classe come hobby con un piede nel patetico, filosofia della prassi, e tu cosa fai? meglio una gallina oggi che un uovo doma ni, una gallina morta). Anche Marx ha i suoi « distur bi»: soffre di fegato e di bubboni che per lo più gli tormentano l'ano. Per lo più, ma non solo. I bubboni sono dialettici. Il marxismo ha ignorato i bubboni. Ma i bubboni interpretano il Capitale e lo interpretano all'« ombra» di Jenny. Il marxismo si è dimenticato di Jenny. Più volte Marx sottolinea che il suo mal di fegato è di origine nervosa (tipica malafede, in realtà è eredi tario, dialettica della natura, Engels ha troppa ragione) e collegato con i « troubles in casa». Si vedano a pro posito dei bubboni sul culo La nozione di comunismo rozzo in «Utopia», n. 5, maggio 1973, e Allucinare Marx, in Psicanalisi e politica, Milano 1973. Volti verso l'ester no, i bubboni (sul culo, il « dannato favo») sono lo scritto del Capitale, l'invito passivo a farsi inculare dall'amico (dall'amicizia, il marxismo delle classi diseredate); volti verso l'interno, i bubboni (sul cazzo) sono la voce del Capitale, la rivincita contro la moglie legata all'« ipo crisia del temper » (la rispettabilità, il marxismo della sovversione indifendibile, delle masse femminili e indi fendibili). Lo scritto è associato alla merda in tutte le lettere di Marx (« ti mando la mia merda»), la voce alla « chaude pisse» (blenoraggia, onta sociale). Per le vie dell'escrezione, passività anale e ambizione uretrale coniugano quella modalità del comunismo rozzo (pro stituzione universale, invidia, macchinazione femminile, Jenny-jenny) che impedisce la chiusura dell'orizzonte del discorso perseguita dall'agente borghese del capi tale (o denunciata in termini pateticamente universali a Francoforte). I favi sono per lo più sul culo (il capi tale incula sistematicamente le famiglie proletarie, e 27
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