Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974

Contraddizione. Due testi, fuga o caduta, scarica o angoscia. « Poiché il desiderio è un divieto, divieto d'ol­ tre-passare un limite nella jouissance », (Lacan, Ecrit, pag. 825, Parigi '66) o inizia la fuga infinita sugli oggetti del desiderio-patetico o, oltre, c'è del nuovo, la sua angoscia, il rischio e la sua morte, la jouissance, l'altro, l'altra storia. Questione politica. Il soggetto ex-istente fuori dall'insieme dei significanti agisce fino in fondo le contraddizioni che lo surdeterminano: la pratica in­ comincia con la sua esclusione dal riconoscimento al­ l'interno della significazione e con la rottura effettiva della morte come pratica in atto della divisione. Nel/fuori linguaggio il soggetto conosce una consu­ mazione violenta e immisurata: gli strappi nella catena significante richiusa e riaperta lasciano vedere lo spa­ zio vuoto di un'infinita perdita di oggetto: dalla (e per la) lingua, dalla (e per la) legge nella materia e nella morte. Nel movimento di lotta-contraddizione, in cui è preso il soggetto rivoluzionario, l'irruzione inconscia del pe­ ricolo pulsionale lo espone all'angoscia del fuori, nella lotta di classe, senza che l'intervento dell'insieme (costi­ tuito da partito-famiglia-linguaggio simbolizzato ecc.) possa integrare questa caduta in materia-morte-godi­ mento se non a prezzo di un'operazione di reimposses­ samento e rimozione-omogeneizzazione che converte la jouissance di morte effettiva in un sapere sulla morte, sull'angoscia o sul godimento. La sublimazione o la difesa paranoica del sapere non è evitata se la dépense del soggetto nel linguaggio non si manifesta come bordo estremo tendente all'esterno, cioè alla caduta, impossibile e infinitamente ripetuta, fuori dal linguaggio. E' il fuori del discorso, la traversata della storia nel­ l'infinita consumazione materiale, è il linguaggio depos­ sessato e coinvolto fuori dalle assise storiche e ideolo- 131

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