Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974
cante che lo situa in posizione di surdeterminazione dal l'altro ma tace la posizione del proprio desiderio e del l'oggetto caduto. Appiattendosi in un gioco « figurativo » a schermo rifrangente di tipo: scena della seduzione, scena pri maria o ricordo di copertura o spuntoni di materiale inconscio non interpretato, il fantasma si riempie di parola o semplicemente di gioco di parole. Il soggetto autoproducentesi è supporto-cauzione della sua verità, la verità positiva del testo espone il rovesciamento che lo fonda, essa prende la forma di un metalinguaggio, parla l'altro dal proprio spazio neutro. Il soggetto neutro, infinitizzato nella negatività simbo lizzata, mantiene la solidità del lavoro nella sua dimen sione costruttiva, la produzione mantenuta instaura il suo sogggetto al di sopra delle masse. L'Altro compare come l'altro dell'Altro, doppia il soggetto della scienza ma non dice nulla della pratica del soggetto, della sua economia di desiderio, della sua domanda, qualcosa è muto nell'operazione, è occultato, resta rimosso. Alla castrazione sconfessata, cioè raggirata, posta e rimossa, si sostituisce un fantasma: l'oggetto, l'organo; la scena è centrnta sull'orgasmo maschile. La feticizza zione dell'organo permette di appiattire la castrazione sul corpo, il corpo vela un corpo. L'organo fonda la propria numerabilità sul signifi cante simbolico positivo, sul fallo. La negatività simbo lizzata si reintegra nel giudizio riaffermando la causa esterna, il testo è il corpo tatuato. Esso si carica di verità, la verità dell'oggetto del fan tasma, nella pienezza suturata del buon funzionamento l'inscrizione della differenza sul corpo garantisce la riu scita dell'operazione. Anche lei ha un pene. A questo prezzo, coperte le distanze, il corpo parla la lettera che esso è. La verità sono io. 124
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