Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974

Il soggetto scrivente opera un'analisi di certi nodi significanti che sottendono la sua produzione inconscia: sogni, lapsus, tagli di lettura testuali, scansioni in luce e ombra di un ritmo fantasmatico volti all'analisi delle traccie inconscie in cui la surdeterminazione del signi­ ficante sul soggetto raggruma qualche punto di calore, qualche grumo significante. Il testo si viene facendo come decodificazione sin­ tattico grammaticale e insieme come spazio d'inscri­ zione delle tracce inconsce. Queste ultime non circon­ scrivibili si riproducono nella nuova grammatica sur­ determinata di cui il testo si fa veicolo d'esplorazione. Il lavoro producente, con l'investimento che com­ porta la generazione di un soggetto nuovo, pone un soggetto che si slanci verso il luogo d'enunciazione; que­ sto soggetto disseminato nel testo e autogenerantevisi si manifesterebbe nei topoi in cui lo slittamento del significante, e gli altri effetti della sua grammatica, mar­ cherebbero il punto d'incidenza dell'inconscio. Il testo gestirebbe la propria paragrammatizzazione come un movimento di produzione di senso surdetermi­ nato e negativizzato che costituirebbe il punto positivo, cioè in fondo costruttivo, dell'operazione. Interrogando la positività costruttivista di questa manipolazione, l'opacità del significante ad aprirsi sulla posta in gioco è sintomale di un'esclusione in quanto l'inscrizione inconscia «prodotta» nel linguaggio, e nel suo soggetto, lascia aperta la questione di sapere qual è il posto del soggetto in atto nella pratica della scrittura. Questa si presenterebbe come un enorme corpo-sin­ tomo funzionante, a esso spetta il ruolo di mettere in scena non più la rappresentazione ma la rappresentan­ za: il linguaggio è evocato come luogo di uno scivola­ mento posto a dischiudere uno spazio della rappresen­ tanza dell'inconscio. Il fantasma, in questo testo, porta il nodo signifi- 123

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