Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974
chino e l'irlandese, cresce e avvicinandosi sfuoca la scena triadica che li fonda. Qui nella cripta di Assisi siamo nel paesaggio di Courbet, nel paesaggio che i contem poranei di Courbet si attendono da lui e che egli darà loro, ma solo dopo averlo dipinto nell'Atelier, tra i muri dello studio, dietro alla sua castrazione, davanti al rea le impossibile. Con Courbet, lo si è già detto, i quadri crescono, L'atelier misura 361 x 598. E davvero di realismo biso gna parlare: non si tratta, si sa, di rendere all'umile le dimensioni della storia, ma di camuffare il simbolico da reale. Ma il trucco è subito svelato: il vaso di terracotta in basso a destra nell'Après-dznée à Ornans non si lascia racchiudere interamente nello spazio pur gigantesco del- 1'opera, i limiti dell'Enterrement fendono il quaranta cinquesimo viso sulla destra, mentre si perdono nel ta glio verticale della tela le figure di sfondo dell'Jncendie. Sempre svelato: la paranoia del simbolico incontra la luce di un rosone o la muffa di una cripta che segnala la chiusura forzata. Anzi le nuove dimensioni delle ope re di Courbet con lo scacco della loro monumentalità rivelano più di quanto non nascondono. Il leurre ten tato assume valore di verità. Les non dupes errent. E' dall'interno della duperie che le nom du père mostra ciò che nasconde. Proprio qui, nel cuore del simbolico sano, in un lo gos compositivo saturante che riafferma la metafora paterna, conta l'urto con i limiti che esso stesso fonda. Il rapporto è tra Courbet e Fontana: quadro di piace re/quadro di jouissance. La parete coperta dalla tela che i tagli di Fontana rivelano nel mezzo dell'opera, il quadro di Courbet la incontra inevitabilmente ai suoi limiti. 361 centimetri x 598 non bastano a racchiudere il tutto. Lo scarto non può che essere spostato, dilazio nato, giacché la saturazione ha il limite della sua dura- 110
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