Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974

di nesssuno e diventa gioco pericoloso col cofanetto dei tuoi tesori. Sull'ultimo atto di coraggio del maestro lascia la traccia una bramosa voglia di ricchezze e suc­ cesso. Con L'atelier Courbet rientra nei ranghi, cervi caprioli e giovinette trovano i favori del pubblico; in­ quietano invece Les demoiselles des bords de la Seine e Les dormeuses: il dietro del quadro di nuovo nasco­ sto trapela forse nel sonno. Prendo appunti e la gente si ferma dietro alla pan­ chetta di velluto, cerca di leggere, osserva un po' incre­ dula, poi commenta sull'importanza del quadro di Cour­ bet e se ne va. Con me qui il quadro si prende la sua vendetta: lo schermo che sulla tela sfugge alla consi­ derazione del turista frettoloso risorge tra le mie mani. Le pagine del blocco appunti nascondono il quadro di Courbet. Poi un'amica mi telefona e mi dice che è stufa di scrivere e dire sull'indicibile che è sul vèrso della pagina, di tessere trame d'inchiostro che ne coprono il bianco e mi viene da dire cASPita, cASPita, cASPita. Ma so che non conta, forse per fortuna. Mi raccontava di non essersi mai permesso di dire ti amo. Ma c'è altro. L'astuzia della riproduzione parziale è tutta nella parentesi in calce: (détail). Ovvero: va da sè che la cosa continua, si espande, ci corre intorno, chissà forse fino a richiudersi e attorniarci. Ma il tem­ po lavora per la Verità. Nella cripta del duomo di Assisi dietro agli azzurri di Cimabue comincia a trasparire il grigio picchiettato dei calcinacci. Attorniarci, accer­ chiarci. Il muro è la verità dell'affresco; qui in chiesa, anzi no, non qui dove il rosone lascia filtrare la luce di fuori, ma giù, solo giù nella cripta il mondo riprodotto diventa il mondo reale, la tela di Courbet copre il mani- 109

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