Il piccolo Hans - anno I - n. 1 - gennaio-marzo 1974

contento, se lo vede, gli chieda se posso contare su di lui). « Poi viene il suo turno in primo piano: lei è seduto su uno sgabello con le gambe incrociate e un cappello sulle ginocchia. Accanto a lei, ancora più in avanti, c'è una donna alla moda, elegante, con il marito. Poi alla estrema destra, seduto su un tavolo, c'è Baudelaire che legge un grosso libro; vicino a lui c'è una negra che si guarda in modo assai civettuolo allo specchio. Sullo sfondo, nella strombatura della finestra si possono ve­ dere una coppia di amanti che si sussurrano parole d'amore...». Ma la lettera, anzi, qui la parola è derisoria proprio perché la lettera vi si è iscritta. La verità ha preso il détour della menzogna. Courbet a Londra non è mai stato. Il rabbino e la donna irlandese, l'oscena cupi­ digia e l'osceno rapporto con il seno materno non bal­ zano sul quadro dalla strada, piuttosto dalla pagina di un romanzo di Dickens. E basterebbe per farci sor­ ridere delle parole di Castagnary sul Salone del '61: « La letteratura ha avuto una volta in questo secolo l'ecce­ zionale favore di tenere sotto di sé la pittura; di consi­ gliarla, dirigerla, di darle, se non i mezzi, almeno il tema da trattare e lo scopo da raggiungere. Il poeta ha soggiogato il pittore. Il pittore ha chiuso gli occhi davanti alla natura e non l'ha più voluta vedere che attraverso i sogni della poesia. Così, la pittura, distolta dal suo scopo e destituita della sua vera vocazione, ha lasciato scorrere senza vederla la vita sociale, che doveva essere il suo unico alimento». Ed ecco Castagnary accon­ tentato: la società è tutta nello studio di Courbet. Salvo , per il filo di una menzogna, una menzogna rivelata dall'eccezionale bisogno di cautele del maestro: « un ebreo che vidi in Inghilterra...», « la donna irlandese è 105

RkJQdWJsaXNoZXIy